Libertà religiosa, la controversia continua

Un articolo di don Claude Barthe sintetizzato da Stefano Fontana.

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La “massima imprudenza” del Vaticano II? Aver rigettato l’enciclica Humani Generis

Pio XII è il papa più citato dai testi del Concilio Vaticano II, eppure il cuore del suo magistero è stato rigettato quando Giovanni XXIII, nell’allocuzione di apertura, ha dato come “ordine dei lavori” fare esattamente l’opposto di ciò che infallibilmente afferma l’enciclica Humani Generis del 1950: abbandonare le condanne dell’errore, ripresentare la Dottrina secondo le istanze moderne, illudersi di potersi riconciliare con i fautori dell’eterodossia. È evidente che Giovanni XXIII volesse che il suo Concilio — e anche Paolo VI — fosse l’evento della grande riconciliazione della Chiesa con la modernità, con le altre religioni e dei cattolici fra loro, per questo volle periti anche i teologi condannati dall’Humani Generis, ma come poteva lo Spirito Santo guidare un Concilio — scrive Robert Morrison nel seguente articolo da noi tradotto — che sosteneva quando condannato infallibilmente pochi anni prima?

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Il Vaticano II ha fallito, non la Chiesa

Un concilio ecumenico può fallire pur essendo valido. Ma la Chiesa rimane indefettibile. Alcuni esempi storici dovrebbero essere sufficienti per rendere l’idea.

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Il Vaticano II, il concilio degli ideali da raggiungere

Il semestrale Fides Catholica pubblica l’intervista rilasciata da P. Serafino M. Lanzetta a Radici Cristiane, n. 177, 10/ 2022, in occasione dei 60 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II.

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L’ateismo e il comunismo al Vaticano II

Per illustrare gli avvenimenti conciliari in tema di comunismo, ne pubblichiamo la cronaca, ricavandola dal volume Le Rhin se jette dans le Tibre, di p. Ralph M. Wiltgen, missionario del Verbo Divino, che ne fu testimone, attento e fedele, come fondatore e direttore di una agenzia di stampa — la Divine Word News Service –, nata e vissuta in occasione del Concilio stesso. Il brano compare alle pp. 269-274 della edizione francese dell’opera edita dalle Éditions du Cèdre a Parigi nel 1974, traduzione, riveduta e corretta dall’autore, dell’originale pubblicato per la prima volta nel 1967 negli Stati Uniti, presso MM. Hawtorn Books Inc., con l’imprimatur di S. E. mons. Terence L. Cooke, arcivescovo di New York, poi cardinale con il titolo dei ss. Giovanni e Paolo.

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Sessant’anni dal Concilio: un problema di metodo

Quando il metodo diventa una dottrina, la dottrina diventa un metodo. La pastorale è stata elevata a dottrina in questi sessant’anni di esperienza conciliare. Perciò continuiamo a celebrare il Concilio come evento più che insegnamento, come spirito più che lettera. Un autoincensarsi mentre la Chiesa brucia. Il nuovo metodo è proprio questo. Conciliare diventa sinonimo di sinodale, sinodale sinonimo di Chiesa e Chiesa sinonimo di Concilio Vaticano II. Un cane che si morde la coda.

Ratzinger aveva ragione. Il Concilio “dei media” vince ancora sul Concilio reale

Il vero Concilio e quello dei media. Un conflitto tutt’ora aperto.

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Il Vaticano II e il fumo di Satana all’interno del tempio di Dio

La discussione per stabilire se i documenti del Concilio Vaticano II sono stati attuati o traditi è del tutto irrilevante. Ciò che conta sono i risultati e non si può negare che essi siano stati disastrosi per la Chiesa. Dopo sessant’anni, ci si ostina a ignorare i risultati del Concilio Vaticano II per parlare di un Concilio ideale, che non c’è mai stato, del Concilio non come fu, ma come avrebbe dovuto essere.

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Vaticano II, le speranze e le delusioni del card. Zuppi

Giovanni XXIII che aveva deciso di aprire un concilio per una Chiesa da “svecchiare” attraverso nuovi ed esaltanti obiettivi, soprattutto quello di non condannare più gli errori teologici e gli errori del mondo, ma decisa a coinvolgere e seguire “i segni dei tempi”, secolarizzati e anticristiani.

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13 ottobre 1962, quando al Concilio ci fu la rivolta

Giovanni XXIII auspicava una conclusione piuttosto rapida del Vaticano II. Ma fin dall’inizio fu chiaro che non sarebbe stato così. Lo scontro tra correnti si accese già il 13 ottobre 1962, per l’elezione dei membri delle commissioni. Al suo principio, un atto di disobbedienza del cardinale Liénart, espressione dell’ala progressista.

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